Nuova Guseo: contenimento e micronizzazione per applicazioni sempre più ampie
Le tecnologie dell’azienda emiliana rispondono alle crescenti esigenze di protezione nell’ambito dei sistemi di contenimento e di soluzioni ad hoc per la macinazione. Oltre che nella chimica fine e farmaceutica, aumentano le opportunità in mercati in forte evoluzione come cosmetica e novel food.
di Alessandro Bignami
La chimica fine e la farmaceutica sono da molto tempo i settori primari per l’applicazione delle tecnologie di Nuova Guseo per il contenimento, la macinazione fine e la miscelazione. Tra le soluzioni più richieste ricordiamo i mulini a martelli, i micronizzatori della serie Micronette, i mescolatori verticali e orizzontali, gli isolatori. Ma l’azienda guarda oggi con interesse anche alle richieste di altri mercati che stanno dando segnali di innovazione e dinamismo, tra cui l’industria della cosmetica e dei nuovi alimenti. Per saperne di più sulla strategia dell’azienda in questi settori e sulle nuove sfide da affrontare nei suoi comparti “core”, siamo andati a trovare Gherardo Marchini, Export Manager, nella sede di Nuova Guseo a Villanova sull’Arda, in provincia di Piacenza.
Gherardo Marchini, come è andato finora il 2023 e cosa prevede per l’anno prossimo?
“Quest’anno i numeri sono stati grosso modo in linea con quelli del 2022, mentre per il 2024 ci aspettiamo un incremento, grazie anche alla penetrazione in nuovi settori in crescita, in particolare quello cosmetico ma non solo. Operando su vari fronti e partecipando a diverse fiere in Italia e all’estero, abbiamo notato alcuni cambiamenti nelle dinamiche di mercato, che vedono affermarsi un trend positivo proprio nell’industria della cosmesi. Al Cosmopack di Bologna, per esempio, abbiamo allacciato contatti che hanno portato alla vendita di macchine sul mercato internazionale oltre all’intensificarsi del relativo networking. Riscontri interessanti sul movimento generale nel mercato del trattamento polveri li abbiamo verificati anche al Powtech di Norimberga, all’Expoquimia di Barcellona e soprattutto alla nuova e interessante edizione italiana di Solids, lo scorso giugno a Parma”.
Ci sono altri nuovi sbocchi che ritiene interessanti oltre al cosmetico?
“Vedo con favore alcune nicchie che sono destinate certamente ad ampliarsi, anche se è ancora presto per prevedere quale portata avranno nel nostro business. Penso per esempio alle diverse richieste che abbiamo ricevuto nel campo della lavorazione dei novel food, ovvero alimenti basati su ingredienti estranei alla cultura alimentare europea, o dei superfood, come l’alga Spirulina. In generale, alimentare e cosmetico credo aumenteranno il peso specifico per Nuova Guseo, anche a livello di strategia e investimenti. L’intenzione quindi è quella di potenziare l’attività di marketing e la partecipazione alle fiere all’estero, dove dobbiamo sicuramente farci conoscere di più. Un evento in cui pensiamo di esporre in futuro è per esempio Anuga FoodTec a Colonia, cioè la principale fiera internazionale dedicata alle tecnologie per l’industria alimentare. Senza scordarci ovviamente del Cibus Tec a Parma. Un ambito prettamente chimico in forte sviluppo riguarda la macinazione delle particelle dei materiali utilizzati nella produzione delle batterie elettriche che, in un’ottica di rivoluzione della gestione energetica, rappresenta una applicazione di sicuro interesse. Chiaramente occorre fare delle scelte e resta un dato di fatto incontrovertibile che i settori dove rappresentiamo l’eccellenza sono ancora il fine chemical e il pharma, che tuttora coprono oltre il 70% del nostro fatturato. Tuttavia una diversificazione, anche per gradi, è necessaria. Mi ha colpito in modo particolare in quest’ultimo periodo l’impennata, in vari settori ove operiamo, dei paesi della cosiddetta area Mena quali (tanto per citarne alcuni): Egitto, Turchia, Arabia Saudita, Algeria e Maghreb in generale, Giordania e altri ancora. Paesi dove le esigenze relative alla micronizzazione, miscelazione, contenimento, soprattutto nel pharma e nel fine chemical, stanno crescendo a passi da gigante, tanto da cominciare a far concorrenza a zone storicamente affermate quali India, Cina, Sud America ed Europa orientale. Questi segnali positivi, uniti alla sostanziale tenuta dei nostri comparti ‘core’ come fine chemical e farmaceutico, mi rendono fiducioso per i tempi a venire, pur non aspettandomi degli exploit, visto il contesto generale”.
Quali sono oggi le principali sfide nell’ambito delle tecnologie per il contenimento?
“Per comprendere dove stia andando l’evoluzione tecnologica del contenimento bisogna tenere presente soprattutto un aspetto: ovvero la tendenza nell’industria farmaceutica a utilizzare principi attivi a sempre più elevata potenza, e quindi sempre più pericolosi per l’operatore. Per questo merita una crescente attenzione il parametro CPT, Containment Performance Target, che stabilisce l’efficacia del contenimento e quindi il livello di protezione raggiungibile per l’operatore. Oggi i livelli di OEB (Occupational Exposure Band) sono stati aumentati a 6 rispetto ai 5 tradizionali, con un livello di esposizione di riferimento consentita inferiore a 0,1 μg/m3 , valore tra l’altro non universalmente utilizzato, al fine di elevare ulteriormente il grado di sicurezza. La sfida per un costruttore di sistemi di contenimento e isolatori come Nuova Guseo è non solo quello di garantire tali elevati livelli di protezione, ma di farlo senza togliere all’operatore la possibilità di lavorare con agio ed efficacia. L’ergonomia è infatti un’altra questione centrale nella fase di progettazione”.
E per quanto riguarda gli impianti per la macinazione?
“Non ci sono sfide particolarmente innovative rispetto al recente passato. È chiaro che si va verso dimensioni particellari sempre più piccole, fino a guardare all’ordine dei nanogrammi. Ma la complessità si rileva soprattutto nelle richieste di un numero ormai notevole di clienti che si trovano a lavorare al contempo fino a 4 o 5 prodotti all’interno di un certo range dimensionale, con caratteristiche e obiettivi di finitura diversi. Il punto è riuscire a soddisfare questa grande flessibilità con un’unica soluzione personalizzata o con un sistema a numero ridotto di steps a massima efficienza”.
Trovate anche voi difficoltà nella ricerca di personale qualificato e di competenze adeguate alle vostre esigenze?
“Non è un compito semplice, ma finora siamo riusciti a trovare le figure di cui avevamo bisogno. La difficoltà maggiore è semmai individuare persone con competenze ampie e trasversali, a cavallo fra engineering e manufacturing. Sta comunque crescendo il nostro impegno nella formazione interna, con il potenziamento dei corsi per i diversi reparti. Tenga conto del resto che i settori in cui operiamo sono sottoposti a normative in continuo aggiornamento e richiedono diverse certificazioni”.
Avete investito in sistemi gestionali e produttivi?
“Abbiamo implementato un sistema di rilevazione dei tempi di lavoro, in ottica Industria 4.0. Aprirà inoltre, entro la fine del 2024, un nuovo reparto di montaggio, all’interno di un‘area di circa 1.000 metri quadrati”.
Avete aggiunto dei modelli alla vostra gamma tecnologica?
“Più che nuovi modelli, abbiamo sviluppato nuove configurazioni, adattamenti, modifiche, customizzazioni di macchine già esistenti. Penso per esempio al mulino a martelli a tenuta d’acqua, al sistema di scarico big bag a tenuta, a un altro sistema integrato con vibrovagli. Si tratta quasi sempre di soluzioni uniche e ad hoc create per esigenze specifiche, che al contempo allargano il nostro ventaglio di tecnologie da offrire ai mercati”.