Cantabria Labs Difa Cooper compie 20 anni
Si celebrano i venti anni di un’azienda, a volte, anche quando c’è poco da gioire. Invece, in questo caso, i numeri cantano, eccome se cantano: il fatturato, quest’anno toccherà quota 52 milioni di euro, con la previsione di raggiungere i 60 nel 2024, gli 80 nel 2027, i 100 nel 2030 e con la previsione di assumere nuovi collaboratori. Insomma, sorrisi larghi alla Cantabria Labs Difa Cooper di Caronno Pertusella (Varese), azienda attiva nella realizzazione di prodotti dermatologici, farmaceutici e cosmetici studiati per prendersi cura della pelle sia sana che con patologie. L’azienda è parte del gruppo internazionale Cantabria Labs, presente in 83 Paesi di 4 continenti (con filiali in Cina, Portogallo, Francia, Messico e Marocco, oltre a quella italiana). Ed è proprio questo è il motivo della torta di compleanno: 20 candeline perché due decadi esatte sono passate dal momento in cui, nel 2003, l’intuizione del manager italiano Stefano Fatelli e dell’imprenditore spagnolo Juan Matji ha fatto sì che la storica azienda varesina Cantabria Labs Difa Cooper, fondata nel 1959, entrasse nella galassia Cantabria Labs guidata da Matji, a sua volta figlia di una lunga storia e decisa a internazionalizzarsi sempre più.
“Quando io e Juan abbiamo iniziato a ragionare di questa fusione, lui mi diceva sempre che l’Italia è un posto di grande innovazione e rilevante dal punto di vista scientifico. E mi esortava a non preoccuparmi solo del business in sé, ma di portare in azienda tutte le energie positive che potessi intercettare sul territorio”, ricorda Fatelli, classe 1964, amministratore delegato di Cantabria Labs Difa Cooper e Amministrato Unico di Cosmetica Italia Servizi, l’associazione che da oltre 30 anni offre servizi professionali specialistici in grado di coprire la totalità delle esigenze delle imprese del settore cosmetico. “Io pensavo fosse poco più di una frase motivazionale per un progetto che immaginavo si sarebbe sì sviluppato, ma in modo più limitato. Invece aveva pienamente ragione”.
Sono state dunque bruciate tutte le tappe. Ciò, grazie a un modello multilocale in base al quale le filiali Cantabria nel mondo gestiscono anche in autonomia le proprie attività di ricerca, produzione e commercializzazione, approcciando così in modo dinamico e flessibile le specificità dei diversi mercati.
“È successo inoltre che l’Italia si sia imposta come hub di connessione tra lo sviluppo generale del gruppo e le pratiche d’innovazione, i brevetti e i prodotti che siamo andati a sviluppare per poi farli divenire patrimonio comune. La straordinarietà di questi 20 anni deriva dal fatto che, col nostro format specifico e con un’identità che ci colloca tra il farmaceutico e il cosmetico, abbiamo lavorato con centinaia e centinaia di dermatologi e farmacisti creando una partnership e una fiducia che ancora oggi mi sorprendono e mi emozionano”.
D’altra parte, le emozioni e l’empatia sono un connotato specifico che caratterizza sia Cantabria Labs Difa Cooper che Cantabria Labs. Realtà in ascesa ma pur sempre piccole rispetto a un mercato che risulta in pieno boom (secondo i dati del solo settore cosmetico nazionale forniti da Cosmetica Italia, nel nostro Paese si andrà a un ulteriore incremento dei fatturati di 8 punti, a quota 14,3 miliardi di euro, rispetto a un periodo precedente che aveva già sopravanzato i livelli pre-pandemici) e che vede come principali protagonisti i colossi multinazionali. Il patto stretto nel 2003 da Fatelli e Matji teneva conto di questa situazione e forniva la chiave di volta di un successo possibile, poi divenuto reale: far crescere il business attraverso un gruppo di lavoro inquadrato in una struttura snella, decentralizzata ed efficiente e con un saldo impianto di valori, in una sorta di “umanesimo imprenditoriale” che trova sintesi nel motto “Celebrate life”, inno alla vita. Dunque attenzione all’uomo, ricerca scientifica, sostenibilità, solidarietà.
“Lavorando bene con persone che si sentono parte attiva dell’impresa, sono stati 20 anni non solo straordinari per i risultati raggiunti, ma quasi “facili””, commenta Fatelli. “È stata insomma una costruzione cresciuta mattone dopo mattone e propiziata dal nostro team meraviglioso, che mi riempie d’orgoglio. Assumerei di nuovo tutti quanti, non c’è dubbio”.
E il futuro? Da sempre l’azienda di Caronno Pertusella, come pure la controllante iberica, punta la sue fiches sull’innovazione, tanto da destinare circa il 12% del proprio fatturato interamente alle politiche di ricerca scientifica e di sviluppo: si tratta, parlando dell’intero budget di Cantabria Labs, di circa 35-36 milioni di euro nel solo 2022.