Achema: dove l’Europa forma l’industria
Si apre a Francoforte Achema 2024, la fiera internazionale in grado di ricordarci che, in mezzo a tante sfide e incertezze, l’industria di processo è pur sempre uno dei punti di forza del vecchio continente.
di Alessandro Bignami
Dopo l’edizione “interlocutoria” del 2022, in un’Europa ancora fiaccata dalla scia lunga dal Covid, con le filiere industriali allentate e alle prese con una ripresa scomposta, Achema 2024 si presenta come un appuntamento dalle grandi aspettative, in uno scenario a cui è difficile trovare corrispondenze nel passato. Il quadro politico ed economico internazionale è completamente mutato rispetto al pre-Covid. Da un lato le guerre hanno portato bombe e morte alle porte d’Europa, mentre la Russia si fa sempre più minacciosa, tanto che non possiamo più escludere l’impensabile, ovvero lo scontro diretto con la Nato. Dall’altro, dopo gli shock post-pandemici dell’inflazione, della crisi dell’energia e delle materie prime, il mercato si è ritemprato e ha ricominciato la sua corsa, stimolato anche dalla transizione ecologica e digitale, con il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale.
In mezzo a tante sfide e incertezze, Achema 2024 avrà il merito di ricordarci che l’industria di processo è pur sempre uno dei punti di forza del vecchio continente, ancora capace, almeno sul fronte della tecnologia e dell’innovazione, di giocare un ruolo centrale. Achema attrae infatti investitori e player di ogni continente, perché è lì che prende forma l’industria, chimico-farmaceutica in particolare, che vedremo nei prossimi anni. E dal 10 al 14 giugno si attende l’edizione più internazionale di sempre, con visitatori provenienti da oltre 130 paesi. Se la politica comunitaria balbetta di fronte a scenari e a interlocutori estremamente complessi e pericolosi, l’industria europea di processo continua tuttavia a voler indicare ai partner internazionali la strada da seguire: ed è quella che si imbocca da Francoforte.