Un anno strategico per Bruno Wolhfarth

Nel 2025 l’azienda che produce pompe e filtri in acciaio inox festeggia il Sessantesimo e implementa il nuovo centro di lavoro 5.0: investimento tecnologico che consente una lavorazione ancora più precisa e digitalizzata. Anche in vista di una soluzione rivoluzionaria per l’industria chimica dei solventi.

di Alessandro Bignami

Da 60 anni, Bruno Wolhfarth è specializzata nella progettazione e produzione di elettropompe e filtri in acciaio inox destinati alle industrie farmaceutiche, chimiche, alimentari e cosmetiche. La progettazione e la realizzazione avvengono interamente nello stabilimento di Sordio, in provincia di Lodi, contribuendo in modo significativo al made in Italy del settore. Un altro fondamentale punto di forza di Bruno Wolhfarth è la lavorazione del corpo delle elettropompe, che viene ricavato dalla barra piena di acciaio e trattato sapientemente con interventi di tornitura e fresatura, senza parti fuse e saldature, per superfici lisce e prive di porosità.

L’azienda ha compiuto ora un ulteriore salto di qualità investendo in un nuovo centro di lavoro a 5 assi. La macchina ha tutti i requisiti per la programmazione digitale e consente lavori di precisione sia di tornitura che di fresatura. “Oltre alla produzione totalmente al nostro interno e alla lavorazione dalla barra piena di acciaio, il nostro valore aggiunto è dato anche dalla finitura delle superfici interne e, particolare oggi non certo secondario, dai tempi di consegna brevi”, commentano Rossella Wolhfarth e Marco Parapetti, seconda e terza generazione alla guida dell’azienda.

“Con l’aumento della produzione, abbiamo ritenuto strategico l’acquisto di una macchina utensile di ultima generazione, in grado di mantenere e migliorare la qualità delle superfici interne, diminuendo ulteriormente i tempi di lavorazione. L’efficienza energetica del nuovo centro di lavoro ci consente inoltre di aggiornare il processo produttivo in linea con la nuova Direttiva 5.0”.

 

Wolhfarth

Filtro a piastre in acciaio inox Farminox

Maggiore produttività e finiture ancora più precise

Parapetti: “La nuova macchina utensile sarà in grado di eseguire tutti i movimenti possibili, concedendoci la massima libertà in fase di progettazione. Il nuovo centro di lavoro è sostanzialmente l’unico modello a 5 assi disponibile sul mercato in grado di soddisfare le nostre esigenze di lavorazione. Le sue notevoli dimensioni permettono di ottenere forature e finiture adatte anche al corpo pompa più grande della nostra gamma”.

Wolhfarth: “Con il nuovo centro di lavoro sarà possibile rispondere più efficacemente alla crescente richiesta – soprattutto da aziende chimiche, farmaceutiche e alimentari – per il nostro modello di pompa più grande. Ma l’investimento servirà anche a elevare la produttività riguardante la lavorazione dei modelli più piccoli. In questo modo miglioreremo l’efficienza energetica, consumando meno energia in rapporto al numero di pompe realizzate. Il che rende il macchinario compatibile con i requisiti di Transizione 5.0”.

Parapetti: “Un solo centro di lavoro, con i due torni CNC e i tre torni manuali non bastavano più. L’acquisto è quindi strategico sia per superare gli attuali limiti di produttività sia perché garantisce le finiture superficiali di altissimo livello di cui abbiamo bisogno”.

Wolhfarth: “Per sostenere l’accelerazione che abbiamo vissuto negli ultimi anni occorre d’altronde investire. E lo stiamo facendo non solo con il nuovo centro di lavoro, ma anche con la ristrutturazione dell’area uffici, a cui seguirà presto un rinnovamento della zona produttiva, incluso un intervento di relamping con sistemi di illuminazione di ultima generazione, che migliorerà la visibilità degli operatori sui pezzi in lavorazione”.

Un anno strategico

Nel 2025 la Bruno Wolhfarth compirà 60 anni di attività, che festeggerà con una presenza espositiva importante alla fiera Ipack-Ima, a Milano dal 27 al 30 maggio prossimi.

Wolhfarth: “Sì, sarà un anno speciale, oserei dire strategico, perché segnerà un’altra tappa storica dell’azienda fondata da mio padre, e al contempo vedrà il rinnovamento tecnologico e degli spazi lavorativi. Viviamo una nuova fase di crescita, in cui i clienti storici ci stanno confermando la fiducia, anche con il passare delle generazioni, mentre altre nuove aziende scelgono di affidarsi alle nostre soluzioni. Il fatto che un cliente continui a seguirci nel corso di tanti decenni, pur attraverso il fisiologico succedersi dei suoi dirigenti, ci dà un’enorme soddisfazione. In più negli ultimi anni abbiamo accolto tante nuove richieste che, durante il Covid e la successiva frammentazione delle filiere, siamo riusciti a soddisfare molto più di altri: le lavorazioni eseguite interamente al nostro interno e il magazzino sempre rifornito ci hanno consentito di rispettare i tempi di consegna e di conquistare nuovi spazi di mercato”.

Parapetti: “A darci ragione è anche l’interfaccia diretta che offriamo al committente. Abbiamo una struttura contenuta e flessibile, che riesce ancora a costruire relazioni umane forti. Circa duemila clienti attivi sono registrati in un archivio storico ricco di informazioni, tanto che molti di loro si stupiscono quando a distanza di tempo mostro di ricordare il nome del referente e i dettagli delle forniture precedenti”.

Wolhfarth: “Su questo siamo legati alla tradizione di mio padre: non ci piace avere intermediazioni o passaggi burocratici che ci allontanerebbero dal cliente: siamo sempre noi in prima persona a raccogliere e gestire il contatto, dando le risposte rapide che oggi il mercato si aspetta”.

Wolhfarth

Lo staff dell’azienda

Dalla progettazione alla lavorazione da barra piena

Una delle innovazioni più importanti lanciate da Wolhfarth negli ultimi anni è la pompa HRS, che si è aggiunta alle precedenti serie Rapid e Rapid Sanitaria. Si tratta della prima pompa a girante flessibile dotata di sistema di drenaggio per il lavaggio automatico, senza necessità di smontaggio. Ha conseguito il brevetto europeo nel 2023. Parapetti: “Il mercato ha imparato a conoscere la HRS, apprezzando in particolare la funzionalità del drenaggio, che su questo tipo di pompe siamo gli unici a offrire. Lavorare l’acciaio da barra piena ci richiede una forte attenzione alla fase di progettazione, che alla fine si traduce in un valore aggiunto che i prodotti stampati non possono eguagliare”.

Wolhfarth: “La progettazione è affidata al nostro responsabile tecnico, ingegner Matteo Capella: in forza all’azienda da nove anni, è in grado di interpretare e riportare nel progetto tutte le caratteristiche costruttive della tradizione Wolhfarth, a partire dagli altissimi standard di igiene e sicurezza che escludono spigoli, punti di ristagno e saldature. È riuscito persino a progettare e a far produrre con la macchina a 3 assi un rubinetto per il filtro senza saldature da barra piena”.

Parapetti: “Sì, l’ingegner Capella ha sposato in pieno l’approccio produttivo dell’azienda, che non si ferma mai nella ricerca della qualità, nemmeno quando supera abbondantemente i requisiti imposti dal settore di applicazione. Se per il farmaceutico viene chiesta una rugosità di superficie interna di 0,5 micron, l’ingegnere non si è accontentato di arrivare a 0,4 micron e ha raggiunto i 0,2 micron. E ora con la stessa dedizione sta progettando la nuova pompa…”

Quale nuova pompa?

Parapetti: “È una soluzione che ci consentirà di ampliare lo spettro delle applicazioni, riuscendo finalmente a soddisfare anche la chimica dei solventi, cosa che non possiamo fare con la nostra tipica girante flessibile in elastomero. La girante è un elemento chiave della nostra tecnologia, ma non c’è in questo momento un elastomero chimicamente compatibile con i solventi e con le caratteristiche meccaniche di cui abbiamo bisogno.

Quindi abbiamo pensato di offrire un’alternativa dedicata proprio al settore dei solventi, con una caratteristica che la rende molto diversa dalle nostre classiche pompe: stiamo infatti sviluppando per la prima volta una pompa con girante rigida in acciaio. Sappiamo che è un prodotto su cui dovremo confrontarci con concorrenti blasonati, ma noi, proprio grazie al nuovo centro di lavoro a 5 assi, manterremmo il valore aggiunto della lavorazione da barra piena anche per la girante in acciaio”.

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